LA STORIA DELLA FOCACCIA
La storia di questo prodotto affonda nelle antiche radici della gastronomia popolare italiana e rappresenta una straordinaria varietà delle cucine regionali del nostro Paese.
A Genova, patria della focaccia più conosciuta e chiamata comunemente “Fugassa” nel dialetto locale, si racconta che sin dal Medioevo la si mangiava in casa ed in chiesa, in occasione dei matrimoni per festeggiare, accompagnata da un bicchiere di vino.
Nella stessa regione, a Recco, la focaccia viene realizzata senza lievito, ripiena di formaggio fresco e cotta nel forno a legna, secondo un disciplinare che ne certifica l’originalità della produzione locale.
Nei territori del Nord e Centro Italia, si prepara la “Pinza Veneta”, arricchita di salame o di pancetta oppure esistono versioni di focaccia cucinate con parti del maiale che vengono chiamate “Crescenta”, come a Bologna.
In Toscana la focaccia è chiamata “Schiacciata”, anticamente realizzata con ciò che restava dell’impasto usato per preparare il pane quotidiano; una versione molto conosciuta è quella con l’uva nera, detta “Stiaccia”, tipica di Firenze e della Maremma, un tempo realizzata nel periodo di vendemmia ed apprezzata per il contrasto tra dolce e salato, oppure consumata con formaggio pecorino e finocchiona, come da tradizione contadina nel Chianti.
Nelle Marche, si cucina la “Crescia marchigiana”, impastata senza olio e che sfida la più conosciuta piadina romagnola per gusto e sapore, mentre nel Lazio, nell’area di Gaeta, si prepara la “Tiella”, che è una focaccia chiusa e di forma circolare, farcita da prodotti locali di terra o di mare, oppure esiste la famosa “Pizza bianca” romana, consumata spesso con la sola aggiunta di un buon olio di oliva.
Nel Sud Italia, originaria del Salento, c’è lo “Sceblasti”, una focaccia la cui tradizione ritorna ai tempi della Magna Grecia, preparata con semola di grano duro e condita da molte verdure, mentre in Puglia le focacce si colorano degli ingredienti locali e, nella zona di Bari, la “Focaccia barese”, fatta con olive nere e pomodorini, rappresenta la merenda
preferita dai locali.